Nel corso dell'inaugurazione del suo albergo a Oyace, avvenuta il 1° luglio 1906, Joseph Pétey venne descritto da Damien Borre, segretario comunale di Saint-Christophe, come un "uomo del lavoro, di spirito d'iniziativa e di progresso". Tale descrizione, inondata dalla retorica dell'epoca, sottolineava il percorso incredibile di Pétey, un semplice agricoltore trasformato in ingegnere e architetto. Molti, tra gli ospiti presenti e gli abitanti della piccola comunità della Coumba, si domandavano che cosa avesse spinto Pétey, allora sessantenne, a investire e indebitarsi per la costruzione di un imponente albergo a Oyace, nonostante la competizione con un'altra struttura ricettiva nelle vicinanze, l'albergo di Prarayer della famiglia Rosset.
In effetti, Pétey era un uomo visionario. Dopo un viaggio a Genova, dove aveva forse osservato il flusso di turisti, soprattutto inglesi, iniziare il loro Grand Tour in Italia, si convinse che Oyace avrebbe potuto diventare un eccellente punto di partenza per escursioni alpine. Quindi, decise di offrire un albergo dotato di "tutti i comfort moderni".
Il progetto iniziò nel 1903. L'albergo avrebbe avuto quattro piani, quaranta letti in sedici stanze, tutte dotate di ceramiche d'epoca, ma con un solo bagno completo. Nel 1905, Pétey si iscrisse alla sezione del CAI di Aosta come "aubergiste", con l'albergo già in funzione come osteria. Pianificò una memorabile inaugurazione il 1° luglio 1906, con una gara di corsa organizzata da Aosta Sportiva da Valpelline fino a Oyace, con un pranzo all'Hôtel Pétey come premio.
Purtroppo, Pétey morì due anni dopo l'inaugurazione. La sua figlia Julie assunse la gestione dell'albergo, che dopo un periodo di chiusura durante la guerra, fu venduto alla Société Anonyme Ilva Alti Forni ed Acciaierie d'Italia. Nel 1923, l'Ilva vendette l'albergo a Simone Ferretti e Louise Buissonin, una coppia di trentaseienni aostani.
Nel 1940, con l'ingresso dell'Italia in guerra, l'hôtel chiuse i battenti, riaprendo solo alla fine del conflitto. Nel 1956, dopo la morte di Ferretti, la gestione passò alla moglie e alla figlia Laurentine, che continuarono a gestirlo fino al 1980. Da allora, l'hotel è stato utilizzato come colonia estiva fino al 1992, per poi essere abbandonato. Nel 2005, il comune di Oyace lo ha acquistato eôtel Pétey è, infatti, la storia di un audace progetto di innovazione e sviluppo. L'uomo che ne fu l'artefice, Joseph Pétey, seppe antivedere la potenzialità turistica di Oyace e decise di creare una struttura ricettiva capace di accogliere gli avventori con i migliori comfort del tempo.
Nonostante la scomparsa di Pétey due anni dopo l'inaugurazione, l'albergo continuò a essere un punto di riferimento per il turismo della zona, grazie alla gestione della figlia Julie e successivamente della famiglia Ferretti. Nonostante le difficoltà incontrate durante la Seconda Guerra Mondiale, l'Hôtel Otemma (come venne rinominato nel 1924) riuscì a mantenere la sua reputazione di eccellenza.
Oggi, grazie all'intervento del comune di Oyace, l'edificio ha l'opportunità di rivivere una nuova stagione di splendore. L'obiettivo è di ritrovare in esso non solo un luogo di ospitalità, ma anche un simbolo della storia e dell'identità del paese, in grado di attrarre visitatori da tutto il mondo.
La rinascita dell'Hôtel Pétey rappresenterebbe un messaggio di speranza per il futuro di Oyace, una testimonianza di come sia possibile preservare il passato valorizzandolo in una prospettiva di sviluppo. Questo ambizioso progetto rappresenta un omaggio al coraggio e alla visione di Joseph Pétey, e una promessa per il futuro del turismo e dell'ospitalità ad Oyace.
Indirizzo
- L'Hôtel Pétey - Otemma
- Oyace
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